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Esistono nuove penali per l’energia reattiva?

La delibera di ARERA 232/2022/R/EEL prevede una nuova penale, a partire da aprile 2023, per tutte le utenze non domestiche con contatori maggiori di 16,5 KW di potenza in bassa o media tensione, per l’energia reattiva eventualmente immessa in rete.

Nel dettaglio, la penale riguarderà solo fascia oraria F3 (ovvero dalle 23:00 alle 7:00 del mattino) e non comporterà ulteriori addebiti nelle altre fasce orarie.

I nuovi corrispettivi applicati saranno i seguenti:

  • 1,689 centesimi di euro/kVArh per i clienti non domestici BT con potenza superiore ai 16,5 kW
  • 0,606 centesimi di euro/kVArh per i clienti MT

Ma che cos’è l’energia reattiva?

contatore luce

L’energia reattiva è un eccesso di energia assorbita, ma non utilizzata, dalle diverse apparecchiature elettroniche e macchinari utilizzati sia nelle case che nelle aziende.

Il consumo eccessivo di energia non impiegata può causare inefficienze e perdite che aumentano quindi il costo del trasporto dell’energia sulla rete. Per questo motivo, superata una soglia massima, viene addebitata in bolletta una penale per energia reattiva sui consumi, espressi in kVArh.

La penale applicata non coinvolge i clienti domestici con contatori con potenza impegnata inferiore ai 16,5 KW, solitamente dotati di una potenza standard pari a 3 KW.

Dove si vede l’energia reattiva in bolletta?

Sul display del contatore elettronico è possibile vedere i valori giornalieri dell’energia reattiva, indicati con la sigla “R” ed un numero in riferimento alla fascia oraria.

L’unità di misura sarà in kvarh.

  • R1: nella fascia F1
  • R2: nella fascia F2
  • R3: nella fascia F3

Nelle bollette ogni fornitore generalmente riepiloga l’energia non attiva assorbita nel mese sulla base dei dati rilevati dal Distributore per le fasce di consumo e addebita le penali in caso di superamento delle soglie previste dalle delibere Arera.

Soluzioni per contenere l’energia reattiva: rifasamento

servizio salvaguardia

Trovare in bolletta la voce “energia reattiva” è molto comune e deve allarmarci solo in caso di penali in bolletta.

In questo caso, per limitarla, è necessario adottare accorgimenti tecnici come il rifasamento degli impianti.

Questo metodo consiste nel collegare dei condensatori di rifasamento, i quali opereranno come generatori di potenza reattiva necessaria che impediranno il prelievo di nuova energia elettrica dalla rete.

Il rifasamento permetterà non solo di pagare solo l’energia elettrica che realmente utilizzi ma porterà anche ad una diminuzione di perdite energetiche dovuta al riscaldamento dei cavi, maggiori potenzialità dell’impianto e minore riscaldamento del trasformatore.

Che cosa significa rifasare un impianto elettrico?

Rifasare un impianto elettrico significa rinnovarlo o aggiornarlo al fine di renderlo sicuro e in linea con le norme vigenti. Questa operazione è necessaria quando l’impianto presenta problemi di vecchiaia, obsolescenza o carenze strutturali che potrebbero mettere a rischio l’incolumità delle persone o la funzionalità stessa del sistema.

Durante il rifasamento, vengono sostituite le parti danneggiate o obsolete dell’impianto, come i cavi elettrici, gli interruttori o i dispositivi di protezione. È fondamentale utilizzare materiali conformi alle norme di sicurezza per garantire un funzionamento affidabile nel tempo.

Inoltre, durante il rifasamento, è importante valutare se l’impianto elettrico attuale è adeguato alle nuove esigenze energetiche dell’edificio. Ad esempio, se si sta ampliando una struttura o si sta installando un nuovo sistema di riscaldamento o climatizzazione, potrebbe essere necessario aumentare la capacità dell’impianto elettrico per gestire i nuovi carichi.

L’intervento di rifasamento deve essere effettuato da professionisti qualificati ed esperti nel settore elettrico. È fondamentale seguire le normative di sicurezza vigenti e ottenere le autorizzazioni necessarie dalle autorità competenti. Inoltre, è importante sottoporre l’impianto a periodici controlli di manutenzione al fine di garantirne il corretto funzionamento nel tempo.

A cosa serve un rifasatore di corrente?

rifasamento ed energia reattiva

Un rifasatore di corrente, noto anche come compensatore di energia reattiva, come abbiamo già detto,  è un dispositivo utilizzato per migliorare l’efficienza energetica di un impianto elettrico. La sua funzione principale è quella di ridurre l’energia reattiva che può essere generata da alcuni apparecchi elettrici, come motori e trasformatori, che consumano energia senza produrre lavoro utile.

Quando un impianto ha una quantità significativa di energia reattiva, si verifica uno sbilanciamento tra la potenza attiva (misurata in kilowatt) e la potenza reattiva (misurata in kilovar). Questo può portare a problemi come sovraccarichi delle linee elettriche e perdite di energia. Inoltre, i fornitori di energia possono applicare penali agli utenti che superano determinati limiti di energia reattiva.

Il rifasatore di corrente funziona inserendo un condensatore nell’impianto elettrico per compensare l’energia reattiva in eccesso. Il condensatore immagazzina l’energia reattiva in modo da poterla rilasciare quando necessario, riducendo così la quantità totale di energia reattiva richiesta dalla rete. Questa azione riduce gli sbalzi nella potenza e migliora l’efficienza complessiva del sistema.

L’utilizzo di un rifasatore di corrente comporta numerosi vantaggi. Innanzitutto, consente di risparmiare sui costi dell’energia elettrica, poiché si evitano le penali legate all’eccesso di energia reattiva. Inoltre, riduce le perdite di energia e migliora la qualità dell’energia fornita agli apparecchi elettrici, prolungandone la vita utile. Infine, contribuisce a ridurre l’impatto ambientale, poiché una maggiore efficienza energetica significa una minore produzione di CO2.

In conclusione, un rifasatore di corrente è un dispositivo essenziale per migliorare l’efficienza energetica degli impianti elettrici. Grazie alla sua capacità di compensare l’energia reattiva in eccesso, consente di ridurre i costi energetici, migliorare la qualità dell’energia fornita e contribuire alla sostenibilità ambientale.

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